domenica 6 maggio 2012


Direzioni, deviazioni…E possibilità.

Un’amica, compagna di viaggi interiori, mi ha scritto: “Essere tagliati per un lavoro, seguire un percorso: abbiamo tutti un pre-determinato posto nel mondo. Forse. O forse no”.
Dove stiamo andando, dove vorremmo andare e, soprattutto, perché?
Si può cambiare direzione? Fino a quando? Come si può cominciare a camminare nella giusta direzione?

In India, il tempo mi ha concesso il lusso di fermarmi.
Spalle al muro, senza impegni non miei, deadlines da rispettare e lavori da preparare, ho fatto i conti con direzioni ordinarie e con “naturali convergenze di potenzialità”.
E mi sono domandata cosa davvero mi renda felice.

Tornata in Italia, mi sono scontrata con porte chiuse, obiettivi che non si realizzano, strade apparentemente giuste che si dimostrano non percorribili. Sconfortata e arrabbiata, ho pianto.

Poi ho cambiato prospettiva: le occasioni mancate sono diventate opportunità, le strade sbarrate deviazioni ricche di possibilità.
Nelle ultime settimane ho letto sei dei dieci libri che volevo leggere da anni, ho fatto lunghe chiacchierate con amici dei quali sentivo la mancanza, mi sono concessa esperienze che rimandavo da troppo tempo. Ho smesso di mandare applications per lavori ai quali sentivo di non appartenere, mi sono sottratta alla sindrome del “non essere abbastanza brava per fare qualcosa” e ho ricominciato a scrivere.

Dopo tanto tempo e tanti viaggi sono tornata a casa.

Oggi sono a Verona: terzo weekend di un laboratorio di scrittura di viaggio: sto lasciando che la mia vita prenda direzioni inaspettate…E mi accorgo di essere profondamente felice.
Buona giornata…E buona domenica.

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