mercoledì 8 agosto 2012

Luang Prabang; candele, tuniche e oro di draghi


Le nove e mezza di sera: è notte.
La città si prepara al riposo: qui la vita si srotola con altri tempi, altri ritmi, un’altra consistenza. Piccole candele illuminano giardini e fanno compagnia ai Buddha custodi di templi, i volti persi in un etereo sorriso, lo sguardo sfuggito aldilà.
Pure luci dorate rischiarano preghiere dei monaci: testa rasata, d’arancione vestiti, i loro sguardi parlano…
Bambini, imparano l’inglese; adolescenti fumano, al riparo di sguardi indiscreti; anziani lavorano, ridono, scherzano, si arrabbiano, di fronte alle onnipresenti macchine fotografiche di turisti stupiti.
Pregano, in silenzio, davanti ad alte statua di Buddha.
Camminano, a piedi nudi, tranquilli per le strade.
Offrono e accettano offerte prima dell’alba, in una processione per le vie della città.
Tre tuniche, tre ceste per le offerte, una cintura, un rasoio, uno stuzzicadenti, un ombrello: ai monaci Theravada non è concesso nulla di più.





E poi caffè e Lao Beer, crêpes e pancakes, laundry service e wi-fi, cani guardiani e bar con live music. Ecoguide multitasking organizzano trekking, Kayaking, massaggi e aromaterapia, corsi di cucina e passeggiate a dorso di elefanti: l’altra faccia della medaglia di una città di templi, monaci e e montagne.
..



E’ notte: la pioggia è già passata, poesia melanconica in una città ammaliata dal passato e carica di magia che il presente non ha ancora rubato: è quasi luna piena.
La pioggia si mischia, battente, al suono dei gong, confondendosi col sole, che spunta in lontananza.
Candele, tuniche e oro di draghi…



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