lunedì 25 febbraio 2013

Carpe Diem


Un carpe diem sofferto, accolto controvoglia, cercando di gioire per le rose senza lasciarsi ferire dale spine. Quelle lacrime dopo 12 ore davanti al computer e la sensazione di non fare mai abbastanza, di non essere mai abbastanza. Tirarsi su, farsi forza,nell’abbraccio di chi non ti conosce  ma ti ricorda che andrá meglio, domani.
E poi l’altro lato di questa medaglia policroma : su un divano all’una di notte, una leffe in mano, a raccontarsi di tutto un pó prima di andare a ballare…Al centro de F, of course.
Svegliarsi con due messaggi di amiche ormai consolidate, correndo tra un compleanno a una cena da oscar e pedalini, ricordandosi lo scotch per i palloncini e dimenticandosi la mappa a casa (sará il caso di comprarsi l phone?). A far networking piú di un alkasetzer, riposandosi solo aspettando il bus, mentre, che bello, alle cinque non é piú cosí buio.
¨You get down in life…But there´s the chance to get up, higher, again¨.
Piú in alto, con i lego di un bimbo di Quattro anni, sorridendo.




lunedì 18 febbraio 2013

Nella tanto vasta America


                                                                                                    Chicago

In viaggio verso Chicago, a ricostruire legami in capo al mondo, a sistemare frammenti di vita zigzagando in una nuova città.
Weekend intenso per guadagnarsi la certezza che si può ricominciare.
Sempre.
Ammirando Chicago: bellissima, fredda, mutevole, come mutevole è la tanto vasta America. Chicago di parchi e vie larghe di negozi, di musei e centri d’arte, la grande Jatte di Seurat che scalda i meno dodici di questa domenica soleggiata, un tazo tea come alleato per resistere al freddo. Chicago delle casette di pietra di old town, della ruota del navy pier, della stuffed pizza da 1200 calorie a fetta, Chicago di amici di lunga data, visti dopo tanto tempo, in fretta, tra conversazioni strappate agli esami e all’ansia da sighseeing contro il tempo, amici che regalano preziosi pezzi della loro vita, per farti pensare a quanto bella è anche la tua.

Finalmente il coraggio di raccontarsi il futuro, quella valigia sotto il letto, sempre pronta, di tre mesi in tre mesi, senza sapere che lingua si parlerà quando arriverà l’estate, incrociando le dita perché i vestiti portati non siano abbastanza, che un’altra stagione passi prima di dover emigrare di nuovo.
Flessibili e pronti a tutto, ormai dietro le spalle la certezza di un futuro, riposta in un carrillon.
Troppo choosy per rinunciare ai propri sogni, schiavi di una vita in altri paesi, sempre in discussione, senza più domandarsi quando si tornerà a casa.
Oggi sashimi con tacos e diet coke, hablando in inglese senza più nemmeno domandarsi perché.

“No pasa nada Nati”
Su una pietra a guardare il mare, il lago pardon, ascoltando in silenzio, allargando il proprio cuore perché possa accogliere senza voler giudicare. Assonata, pur di cogliere attimi, preziosi, di vite altrui, riempiendo le distanze nello spazio di un abbraccio.
“Si riceve sempre quello che si dà”…


domenica 10 febbraio 2013

A gettare le reti




Domenica bella, di sole.
La testa piena di pensieri, a galla dopo una settimana lunga, sofferta, affogata dentro la musica forte del sabato sera.
Migranti dentro se stessi, vagabondi nel proprio mondo. In una lingua estranea, rinunciando a tante sfumature care, scoprendo altri sensi in questo nuovo gioco.
“Fammi capire, stai cercando di convincermi di qualcosa che va contro i tuoi interessi?”
Quel “never give up” guardato così tante volte in questi giorni, con gli occhi velati di rabbia,  domandandomi perché. Con la paura che tutto sia vano e la voglia di non mollare, fosse pure tra le lacrime, puntando  su quella goccia che un giorno cambierà il mare. Mormorando una preghiera, pensando ai semi e alle stagioni, alla speranza e alle battaglie, confidando nei granelli di senape, che crescono all’ombra di alberi molto più grandi di loro.
Oltre la riva, gli occhi fissi all’orizzonte , continueremo, guardando lontano, a gettare le reti.

Washington, Rock Creek Park

domenica 3 febbraio 2013

Per Sempre


Calcutta, Febbraio 2012

“Di notte o di giorno, che egli dorma o vegli, il seme germoglia e cresce.  
Come, egli stesso non lo sa” (Mc 4,27)

Pomeriggio di pieno inverno. Starbucks. Nevica fuori.
Calcutta, un anno fa. 
“Se la tua mano resta chiusa non potrà mai accogliere quello che il destino ha in serbo per te". Mi disse un’amica
Grandi cuori e piccoli gesti, negli occhi di chi ti vede da lontano, tutti i giorni, e in silenzio ha già capito chi sei. Legami senza tempo, aldilà delle distanze. Porte che si chiudono e strade che si aprono, opportunità accolte, sfuggite, o passate senza nemmeno degnarle di uno sguardo. Treni che corrono lontani e stazioni che si fermano nella memoria...Nel ricordo di qualcuno, forse chissà. 

“Che vuol dire Per Sempre?”
Mani chiuse e cuori aperti, ad accogliere qualcosa di diverso da ciò che si aspettava, lontano dalle aspettative e dai desideri di prima. 
Cercare il Regno, cercarlo per primo, senza stancarsi. 

“E tutto il resto vi sarà dato in aggiunta”.
In un luogo diverso, in un mondo diverso, lasciarsi trovare.