lunedì 25 marzo 2013

If you believe

Washington, Hirshhorn Museum

Ieri per la prima volta, ho guardato  la mia vita da un altra angolazione. Davanti a un paio di quadri di Mirò (in mostra gratuitamente in un dei quaranta musei di Washington) ho smesso di preoccuparmi delle forme e ho gioito per i colori.
Per una volta non ho cercato il disegno della mia vita nomade.
Oggi nevica, in questa semi primavera in attesa dei cherry blossom.

Diversa, come sempre, da quel che mi aspettavo. 
Ma mia: la mia possibilità oltreoceano. Nell' America delle strade accessibili, dei sogni e della semi libertà, in questa America dei bicchieri di vino solo col passaporto e delle banconote con scritto "In God We Trust", ma senza giorni di ferie per Pasqua.

Sempre in bilico tra felicità e impazienza, tra arrabbiature e riconoscenza: guardando le stelle dal planetario di un museo ho capito che un avvenire nebuloso non è poi così male.
"If you believe, you are a wizard enough" recitava il mago di Oz dall’alto di un mega schermo 3D. 
Saprò crederci abbastanza?




lunedì 18 marzo 2013

Oltreoceano


                                                                           Washington, Dc

Una barca in balia della tempesta, un’ Alice in una partita a scacchi senza regole: tra pioggia e neve, stenta ad arrivare la primavera, qui negli States.
Oltreoceano, si cerca di affidarsi, a fatica, tra applications, pranzi e cover letter, con un biglietto di ritorno in Italia e la voglia di restare qui. Si prova a comporre da soli la lista delle priorità, trovando il coraggio di uscire prima dal lavoro, perché una passeggiata con qualcuno venuto da lontano vale più dell’assurda pretesa di soddisfare se stessi.

Hanno acceso il fuoco stasera, in questa rowhouse sulla 13, tante carte riunite insieme davanti ad un bicchiere di vino. Un giro di notte ai confini, per abbracciare con gli occhi ciò che di solito non si vede, oltre il Mall, i centri commerciali e i monumenti, verso le strade ancora pericolose del South East.
Oltre il confine, anche se fuori fa freddo. 
E nuove guide all’orizzonte, mentre chi resta oltreoceano guarda stupito alla finestra.

Servirà? Torneremo?
Continueremo a lasciarci ammaliare dal richiamo di casa?

Ma è già tempo di rimettersi in cammino, sempre alla ricerca del nord, anche se il cielo è grigio e il sole stenta a spuntare.
Andrà come andrà, anche oltreoceano arriverà la primavera.

lunedì 11 marzo 2013

Your true North



Philadelphia, Us

"Non si parte mai quando si parte: si parte prima, molto prima"
Luoghi ormai cari e paesaggi stranieri in questo weekend assolato con un' ora in più.
Costruire: perché duri e sopravviva all’estate, o resista fino a cambiare, o si lasci dissolvere, trasportato dalle occasioni. Mai un ritorno senza  il peso di un assenza, per osservare meglio quello che resta. 
Tra déjà-vu e brandelli di sogni, ricordarsi di una conversazione, di notte, all’altro capo del mondo: un futuro di speranze bambine e una realtà di guerrieri. Resisterà fino all'estate?
E intanto si spera, in una "freedom for free " al ritmo di musica country,  da una collinetta assolata, il museo afro americano all' orizzonte: anche questa è America.
E poi un weekend a Philadelphia, tra murales, wine tasting e campane, tra gli scacchi del City hall e i cori del paddy day, inseguendo un rintocco immobile di libertà.
"Follow your true north": seminascosto nella vetrina ovattata di un negozio, per ora chiuso.
Ma arriverà l’estate.




lunedì 4 marzo 2013

Darsi tempo...prima della battaglia



Darsi tempo, per parlare con sé.
Cogliere l’occasione di descriversi e scuotere chi guarda, rabbrividendo di freddo, in questo wend di inizio marzo. Cogliere l’ occasione di parlare, per una volta non distratta dalle bandiere del Campidoglio, dalle strade larghe (ora deserte), dai cortili che abbracciano i tanti musei.
Darsi tempo per confondersi tra la gente sulla 14, senza perdere l’orientamento dopo 3 margarita al lost society, senza sentirsi sperduta anche se è notte e la luna non c’è, non più affamata dopo una jumbo pizza, rianimata dopo una passeggiata in collina.
Darsi tempo per sentirsi stanchi e per dormire fino a tardi, per non esserci sempre, per non essere sempre all’altezza. Darsi tempo per guardarsi, anche dove la luce non c’è, per accettarsi, né più né meno di altri, semplicemente diversi. E scoprire quanto è difficile capire, gli altri e il loro modo di essere, le tue amiche latinoamericane già ad aspettarti, mentre tu cominci ad arrivare in ritardo. E ci saranno sempre alcune cose che nessuno apple store potrà dare, e alcuni errori che nessuna  politica di resa acquisti americana potrà mai riparare.
Con i piedi per terra, e lo sguardo in alto, continuare a sperare, e a pregare…
Prima della battaglia.